Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello grande e Castello piccolo
I resti dei due castelli, che in realtà formavano un unico complesso fortificato, sorgono sulla rupe a due cime che sovrasta la città la quale si sviluppò nel corso dei secoli attorno ad esso .
Secondo gli antichi storici esisteva come un piccolo nucleo bizantino che ospitò gli scampati dalla distruzione di Herbita a cui, in seguito, vi si aggiunse anche un gruppo di Musulmani; nel 1065 il conte Ruggero conquistò il Castello e ne fece una fortezza. Pirri ricorda Nicosia nel 1081 tra «civitates et castra» compresi nella diocesi di Troina. Popolata da italiani del nord fin dagli anni successivi alla conquista normanna, i "lombardi" si stanziarono proprio sotto il castello, confinando la presistente popolazione islamica e greca nel quartiere basso. La conseguente forte rivalità tra le due parti del paese, quella bassa e quella alta, che si stringevano intorno alle "loro" chiese (rispettivamente S. Nicolò e S. Maria), creò in non pochi casi due fazioni spesso violente Nel 1354 re Ludovico, chiamato in aiuto dagli abitanti, interviene contro Jacopo Chiaramonte che spadroneggiava nella città battendo anche moneta. L'assedio del castello durò un mese al termine del quale i rivoltosi si arresero per fame, l'edificio tornò sotto la custodia del regio castellano, mentre il Chiaramonte si rifugiò nel vicino castello di Sperlinga. Il castello occupava la grande rupe a due vette, caratterizzata da fianchi rocciosi quasi inaccessibili, che sovrasta l'abitato urbano abbarbicato alle sue pendici. Lo stato attuale di consistenza del castello è un mucchio di ruderi di cui si distinguono un arco ogivale d'ingresso, aperto nel bastione, e poche altre vestigia di una torre a pianta rettangolare che si innalza direttamente sulle rocce del lato nord della rupe con due piani oltre quello terreno, visibili esternamente per le riseghe. La torre era in origine circondata da una cortina muraria di cui rimangono pochissimi resti. Pochissimi avanzi sussistono anche sulla seconda cima della rupe (e sono probabilmente relativi a quello che le fonti definiscono castrum parvum). I due vertici della rupe sono raccordati da un notevole tratto di muraglia dotato di camminamento di ronda merlato e nel quale si apre un bel portone ogivale attraverso cui passa la stradella carrozzabile che consente l'accesso alle rovine: tale muro ha subito recenti interventi di consolidamento in cemento armato. A quota 814 s.l.m. si trova l'imponente bastione del ponte Normanno con l'arco a sesto acuto fiancheggiato da due torri per la guardia alla porta. All'interno l'arco è rotondo e sopra di esso vi è lo stemma normanno. Entrati da questa porta scendendo un poco sulla sinistra si trovano la porta d'ingresso al Castello con la cinta muraria e dentro un grande spiazzo detto "piano noce degli armati" in mezzo al quale vi era un pozzo stretto alla bocca e largo sotto con un'altra bocca, di cui, nonostante le esplorazioni effettuate, non si riuscì a trovare il fondo (fu distrutto assieme ad alcune grotte quando furono costruiti i serbatoi idrici dell'Ancipa e una piccola parte della cinta muraria). Salendo per un piccolo sentiero si arriva sul Castello Grande a quota 874. Esso era composto da 4 torri a più scomparti dove abitavano tutti gli armati, e da qui, scendendo si apriva uno stretto corridoio che portava sopra il ponte lungo 80 metri circa: il ponte era dotato di una merlatura per la difesa di entrambi i lati. Sotto questo ponte sulla destra si trova la leggendaria grotta di Nigrò: una tomba mai esplorata e protagonista di numerose leggende. Attraversato il ponte, salendo per una scaletta scavata nelle roccia, si arriva all'altra sponda della fortezza, detta il Castelletto, a quota 866 dove vi abitava il Castellano con la propria famiglia. Il Castelletto era composto da tre torri, una meridiana e due cisterne, usate come serbatoi, semi sepolte. Allo stato attuale, di quello che fu baluardo di difesa, esistono una buona parte delle fondamenta delle mura di cinta, le fondamenta di quasi tutte le torri, ma in fase di sfaldamento, alcune scalette scavate nella rocca, la meridiana ed il gran ponte di collegamento. Ogni tanto si incontrano tra muro e muro, solamente nella parte interna a livello di terra, alcune buche profonde, forse trabocchetti o serbatoi d'acqua o cunicoli. Qua e là, fuori le mura, si trovano ogni tanto ruderi di piccoli costruzioni quadrate che fanno pensare a torri di avvistamento per la difesa. Storicamente il Castello di Nicosia ha origine antichissima. Come arrivarci: da Enna (circa 45 km di distanza), con la Strada Statale 121, quindi con la SS 117. Notizie storiche: 1062 - all'inizio della conquista della Sicilia, le capacità di resistenza di Nicosia vengono saggiate dai normanni di Ruggero Altavilla - Malaterra, p. 40. 1081 - Nicosia è ricordata fra le civitates et castra compresi nella diocesi di Troina - Pirro l733,p. 495. 1150 ca. - Idrisi ricorda Nicosia come 'castello' (in arabo hisn) e 'borgo' (ar. rabad). 1161 - Nicosia, popolata da italiani del nord fin dagli anni successivi alla conquista normanna, è ricordata come oppidum lombardorum (Falcando, p. 115). Secondo la tradizione locale, da ritenersi piuttosto attendibile, i 'lombardi' si stanziarono appena sotto il castello, intorno alla chiesa di Santa Maria da essi edificata; la presistente popolazione islamica e soprattutto greca fu confinata nel quartiere basso, attorno alla chiesa di San Nicolò. 1198 - Nicosia è definita villa - Solaro 1969-70, perg. XXXV. 1239 - il castello demaniale di Nicosia è compreso nel novero dei castra exempta - H.-B., V, pp. 413-414. 1274-1282 - il castrum di Nicosia (e la stessa terra) fanno parte del regio demanio - Sthamer 1914, p. 65. 1353 - Nicosia è documentata come terra et castrum demaniali; della custodia del castello e responsabile, come regio castellano, un miles theuthonicus nomine Kogerius Tudiscus, familiaris et domesticus regius - Michele da Piazza, p. 173. 1354 - re Ludovico si avvicinò nel maggio a Nicosia, chiamato dagli abitanti. Jacopo Chiaramonte, che nella citta spadroneggiava battendo anche moneta, si chiude nel castello ed il re non potè fare altro che insultarlo (plurimos dedit insultos) prima di rientrare a Catania. II castello, bloccato, si arrese per fame a giugno e venne restituito al regio castellano Rogerius Tudiscus mentre il Chiaramonte pote rifugiarsi con beni e comitiva nel vicino castello di Sperlinga - Michele da Piazza, p, 212. 1355 ca. - il castrum di Nicosia è ricordato in una lista dei castelli siciliani -Librino 1928, p. 208. 1409 - sono documentati un castrum magnum e un castrum parvum, entrambi di regio demanio come la sottostante terra Nicosiae. II primo è sorvegliato da 12 servientes agli ordini del regio castellano Giovanni Martini; il secondo ha una guarnigione di sei servientes più il castellano Giovanni Catalano. L'armamento comprende corazze, scudi, balestre di vario tipo, una bombarda di ferro e parti di un trabucco - ACA, Maestro Ra-cional 2056, c. XII r-v. 1412 - sono ricordati il castrum magnum e il castrum parvum - ASPA, Regia Cancelleria, reg. 51, c. 23 8v. 1757 - il castello è "quasi inutile" -Amico 1855-56, II, p. 198.