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::Ex convento dei Frati Domenicani a Taormina » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Ex convento dei Frati Domenicani

Ex convento dei Frati Domenicani




L'Hotel San Domenico e l'omonima piazza su cui questo sorge prendono il nome dall'ex convento domenicano. Il convento dei domenicani fu il terzo monastero ad essere edificato a Taormina. Esso fu fondato il 3 aprile 1374 (ricorrenza di San Pancrazio, patrono cittadino) e completato nel 1383. Le origini e la storia sono legate al frate domenicano Damiano Rosso, discendente degli Altavilla e Principe di Cerami. Fra' Girolamo de Luna, appartenente alla nobiltà taorminese d'origine catalana, con la sua predicazione di missionario convinse i concittadini ad ospitare nell'antico borgo una comunità di frati Predicatori annessa all'antica chiesa di Sant'Agata. Divenuto frate domenicano, Damiano Rosso, già dignitario diplomatico, donò tutti i suoi beni, compreso il palazzo di famiglia, al frate Girolamo de Luna e quindi all'ordine religioso che trasformò in seguito il palazzo in convento. Le donazioni, trascritte agli atti nel 1430, prevedevano la clausola della restituzione dell'immobile, qualora i membri dell'Ordine avessero lasciato la sede cittadina per qualsiasi motivo.L'effettivo contenuto della clausola fu reso pubblico solo nel 1886. Infatti, l'emanazione delle Leggi eversive del 1866 e la conseguente applicazione, prevedevano l'abolizione degli ordini religiosi, la confisca e l'incameramento dei beni religiosi da parte dello Stato.L'erario non entrò mai in possesso delle strutture, l'ultimo frate costretto a lasciare l'istituzione rivelò i contenuti della pergamena testamentaria agli eventuali eredi designati nella clausola, pertanto a distanza di secoli, i discendenti Rosso - Altavilla - Cerami rientrarono in possesso delle legittime proprietà. I Principi di Cerami presero possesso dell'edificio secondo le disposizioni testamentarie ritrovate. La struttura fu ceduta all'amministrazione comunale per passare in seguito in mani private che ne mutarono la destinazione d'uso. L'impianto fu adibito a struttura alberghiera nel 1896 e le 40 celle dei frati trasformate in eleganti stanze. Realizzando a posteriori la potenziale opportunità sfumata e sfruttata da terzi, gli antichi nobili proprietari confidarono in un estremo tardivo quanto inutile tentativo di ripensamento, sfociato in un limitatissimo e ridicolo risarcimento.
Rimase aperta al culto solo la chiesa dell'ex convento (dedicata a Sant'Agata), che però fu distrutta dai bombardamenti del 9 luglio 1943. Sui suoi ruderi sorge oggi la sala congressi dell'albergo, che ancora conserva i resti degli altari minori.
All'ex convento si accede attraverso un grande portale secentesco, ove è ancora visibile lo stemma dell'ordine monastico dei domenicani, scolpito in marmoe raffigurante un cane con la fiaccola accesa in bocca. . Superata la hall dell'attuale albergo, si nota il chiostro, a pianta quadrata con sette archi, per ogni lato, che poggiano su 29 colonne. Un altro chiostro più piccolo, è costituito da sei arcate per lato, con archi poggianti su 25 colonnine.
Il convento insieme a quello dell'Ordine dei frati minori Osservanti, il monastero di Santa Maria di Valverde e il convento di Sant'Agostino, è tra i più antichi per fondazione, il terzo edificio per comunità religiose ad essere edificato a Taormina. Nel XV secolo il beato Giovanni Liccio da qui diffuse il culto della Madonna della Raccomandata nell'area peloritana - etnea.
Nel 1656 si riunì il Capitolo Generale dell'Ordine dei Domenicani.
Il grandioso complesso comprende:

- Chiostro grande o maggiore: ambiente di stile rinascimentale, a pianta quadrata con sette archi per ogni lato poggianti su 29 colonne. Sarcofago - monumento funebre a Giovanni Corvaja, al centro del cortile un pozzo che attinge ad una cisterna ipogea d'epoca romana.
- Chiostro antico o minore: ambiente costituito da sei arcate per lato, con archi poggianti su 25 colonnine, adiacente alla chiesa con la quale condivide i muri della parete destra.
- Biblioteca.

Nelle varie cessioni di proprietà, conseguenze della serie infinita di compravendite, spesso motivate da fini meramente speculativi, si è corso il rischio di frazionare e disperdere lo straordinario patrimonio storico - artistico in esso custodito. Già nel 1897 Giuseppe Patricolo, direttore dell'Ufficio regionale per la conservazione dei monumenti in Sicilia, invocava il divieto di alienazione dei beni artistici del convento consistenti in affreschi di scuola siciliana, napoletana, francese, altari, armadi, arredamenti e oggetti liturgici, bassorilievi, dipinti, giare, librerie, mobili d'antiquariato, monumenti, panche, paramenti sacri, quadri, sarcofagi, statue, strutture murarie comprendenti camini, capitelli, colonne, decorazioni in marmi mischi, portali.
Nello specifico:

- un busto marmoreo raffigurante il nobile frate Damiano Rosso patrocinatore dell'istituzione;
- una statua lignea raffigurante lo stesso personaggio;
- una statua raffigurante il Poverello San Francesco d'Assisi rappresentato con una pietra in mano, simbolo della ricostruzione morale e religiosa;
- una statua raffigurante il fondatore dell'Ordine dei frati predicatori (San Domenico di Guzman), rappresentato con in mano un libro, simbolo della dottrina;
- un Sarcofago, manufatto marmoreo, monumento funebre di Giovanni Corvaja.

L'elenco comprende inoltre anfore greco-romane, un armadio - ripostiglio ligneo scolpito a mano del 1500, il caminetto dei frati, la primitiva campana della chiesa del convento, cassapanche antiche, il pulpito, numerosi quadri e altari.
Tra gli affreschi di suore domenicane (Sorelle del Terzo Ordine di San Domenico) l'ovale raffigurante la beata Honoria Magaen, irlandese, in atteggiamento di preghiera. Un altro, la ritrae morta assiderata ranicchiata nella cavità di un albero in cui si era rifugiata nel tentativo di salvarsi da atti di persecuzione. Nel medesimo contesto è accostata la consorella Honoria de Burgo che patì le offese del martirio - vicende legate alla «Ribellione irlandese» del 1652 e gli eccidi dei cattolici perpetrati dai soldati di Oliver Cromwell - tragici episodi verosimilmente trattati tra gli argomenti del Capitolo Generale del 1656.
Ad oggi il San Domenico Palace,in tutte le accezioni e proprietà è il luogo che negli ultimi 120 anni ha ospitato i massimi esponenti del mondo del Cinema, dello Spettacolo, della Cultura e della Politica. In particolare poeti, scrittori, divi del Cinema, reali, kaiser, zar, scià, imperatori e capi di Stato. E ancora baroni, conti, duchi, marchesi, principi in rappresentanza della nobiltà dell'intero pianeta, imprenditori, e ovviamente occulti speculatori, faccendieri.
La struttura ha ospitato il 43° vertice dei leader dei paesi membri e delle Organizzazioni internazionali.




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