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::Foce del Fiume Belice a Selinunte » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Foce del Fiume Belice

Foce del Fiume Belice




Sabbia, dune che cambiano disposizione con il vento e colori ambrati da spazio desertico: sembra di essere in Africa e invece siamo in Sicilia, nella Riserva Naturale Orientata che interessa la parte terminale del fiume Belice e le dune limitrofe.
La riserva è un'area naturale protetta della Sicilia, istituita nel 1984, e gestita dalla Provincia regionale di Trapani. La riserva ha un'estensione territoriale di circa 130 ettari denominata zona A (riserva) alla quale si aggiungono altri 140 ettari, classificati come zona B in quanto area della preriserva. La riserva naturale della foce del fiume Belice è un'area lacustre costiera estesa per oltre 5,0 km sulla costa meridionale della Sicilia e bagnata dal Canale di Sicilia, tra Marinella di Selinunte e il promontorio di Porto Palo, mentre all'interno è delimitata dalla linea ferroviaria Castelvetrano-Sciacca, sospesa dal 1986. Qui sbocca in mare il fiume Belice dopo un corso di 77 chilometri. Esso nasce all'interno della Sicilia a Piana degli Albanesi ed ha andamento stagionale.
La parte più interna, dove si trovano le dune, è piuttosto arida mentre la riva del fiume rende la zona che la circonda più umida, con forti escursioni termiche fra giorno e notte, soggetta talvolta a inondazioni marine. Il litorale è sabbioso ed è costellato di piccole dune che si spostano sotto l'azione dei venti. L'ultimo tratto del fiume, penetra all'interno della riserva seguendo un percorso quasi rettilineo per poi distendersi parallelamente al litorale e, dopo aver formato un'ultima ansa, si getta nel mare. La riserva è stata istituita, soprattutto, per favorire la conservazione e la ricostituzione delle formazioni dunali, della flora e della fauna tipiche degli ambienti sabbiosi. Essa comprende ambienti diversi: le dune, la foce deI fiume con la tipica vegetazione palustre e, nella parte più interna, la macchia mediterranea sempreverde.
La Fauna
Numerose specie di uccelli scelgono la Riserva della foce del fiume Belice per la nidificazione o per la sosta in fase migratoria. Fra le specie presenti si ricordano il martin pescatore, l'airone cenerino, il fratino, la folaga, la gallinella d'acqua, il gabbiano, l'anatra, la ghiandaia ed il cuculo.Il Fratino, un piccolo uccello di ripa, preferisce costruire i propri nidi lungo il litorale sabbioso mentre la Gallinella d'acqua e il Beccamoschino prediligono le aree palustri. Durante i periodi migratori non sarà difficile alzare la testa e scorgere, nel cielo sopra la foce del Belice, Aironi, Anatidi e diversi altri trampolieri in migrazione.Con la scomparsa del paesaggio sabbioso e dunale da molte zone della Sicilia, sono scomparsi anche numerosi invertebrati che in questi ambienti trovavano le condizioni ottimali per la loro sopravvivenza: per molti insetti che vivono tra le dune e alcune specie endemiche siciliane di coleotteri, la riserva alla foce del Belice rappresenta l'ultimo rifugio e l'ultima speranza di vita. E' quello che accade, ad esempio, alla Cavalletta delle graminacee che prima era molto diffusa in Sicilia e che ora vive solo in alcune spiagge dove trova cespugli di Agripiro e Ammofila.
Vi si trovano anche invertebrati quali molluschi bivalvi e alcuni rettili come il ramarro, la lucertola e la biscia dal collare. Sulle dune sabbiose trovano il loro ambiente ideale alcune specie di artropodi quali gli ortotteri Brachytrupes megacephalus la cui tana si riconosce per i caratteristici mucchietti di sabbia che accumula all'ingresso e Ochrilidia sicula, il coleottero Pimelia grossa e lo scarabeo Geotrupes marginatus.
Ma il grande vanto della riserva è la splendida Caretta Caretta, la tartaruga marina che torna sempre a depositare le proprie uova qui, dove è nata. Tutta la sua vita, compreso l'accoppiamento, si svolge in mare ma, quando devono riprodursi, si spingono sul litorale sabbioso e scavano le buche per nascondervi un cospicuo numero di uova che si schiuderanno poi dopo circa due mesi.
La Flora
La flora alla foce del Belice è composta, prima di tutto, da quelle formazioni erbacee che contribuiscono al mantenimento delle dune stesse e resistere al vento, alla salsedine e alle alte temperature non è certo cosa facile per la maggior parte della vegetazione comune. Le piante che si possono osservare, per la maggior parte erbacee, sono dotate di particolari organi sotterranei (bulbi e rizomi) per accumulare e ritenere acqua, nelle parti aeree presentano accorgimenti che permettono di limitare la traspirazione.
La flora presente è di tipo palustre e comprende varie specie endemiche oltre a specie proprie dei suoli paludosi. Dovunque vi sono dune infatti c'è anche lo Sparto pungente, una graminacea perenne le cui alte e dense formazioni sono determinanti per evitare che la sabbia venga dispersa dal vento.
Molto si deve anche al Giglio Marino (Pancratium maritimum), e all'Euphorbia Marittima: mantenendo stabile il terreno, esse favoriscono lo sviluppo di altre specie che, per crescere, necessitano di una base più stabile.
Fra le specie presenti si ricordano la canna (Arundo donax), il giunco, lo zigolo, il ravastrello (Cakile maritima), l'acacia, la santolina (Santolina chamaecyperissus), l'erba medica marina (Medicago marina), la scilla marittima (Urginea maritima), il tamericio (Tamarix gallica), il papavero cornuto (Glaucium flavum), la Calcatreppola e la Carota spinosa.
Molte di queste specie sono pioniere, riescono, cioè, a colonizzare le dune, operandone la fissazione e rendendole consolidate per il successivo insediamento di arbusti e di erbe.
Le dune, divenute stabili, diventano utili per l'ecosistema costiero, ostacolando i venti carichi di salsedine e impedendo l'avanzata della sabbia verso l'interno.
Le peculiarità del luogo rendono l'ambiente della foce del Belice poco adatto ad accogliere ogni forma di vita. E' per questo che vi si possono trovare solo specie che hanno imparato a sopravvivere sfruttando ogni più piccola risorsa della riserva stessa. E' il caso, ad esempio, delle Psammofite che si sono evolute in modo da accumulare la maggior quantità d'acqua possibile e limitare contemporaneamente la traspirazione. Ogni volta che il vento le sommerge di sabbia, esse hanno la straordinaria capacità di emettere velocemente dei nuovi germogli che si allungano fino a raggiungere l'aria.
Nella parte più interna, denominata preriserva, sul lato sinistro del fiume, si innalza un pendio su cui cresce una macchia sempreverde, caratterizzata dalla presenza di specie vegetali tipiche del paesaggio mediterraneo, come l'olivastro (Olea europaea), il lentisco (Pistacia lentiscus), l'euforbia arborea (Euphorbia dendroides), il cappero (Capparis spinosa), l'asparago spinoso (Asparagus acutifolius), il carrubo (Ceratonia siliqua) e la palma nana (Chamaerops humilis).

Ente gestore: Provincia Regionale di Trapani
Via Vito Carrera 23
Tel. 0923 873678


Come arrivare
In aereo
- da aeroporto Trapani/ Birgi “Vincenzo Florio”
- da aeroporto Palermo “ Falcone e Borsellino”
In auto
- autostrada A/29 uscita per Castelvetrano. Seguire la SS 115 per Marinella di Selinunte, distante 1 Km dalla riserva, oppure per Menfi e percorrere una delle strade consortili in direzione mare.
In autobus
- autoservizi AST www.aziendasicilianatrasporti.it
- autoservizi Salemi www.autoservizisalemi.it
- autoservizi Lumia www.autoservizilumia.it



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