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O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
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(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Museo Civico Castello Ursino-Catania

Museo Civico Castello Ursino-Catania




Restaurato in epoca fascista, il Castello Ursino ospita dal 1934 il Museo Civico, nato dalle principali raccolte private cittadine, in particolare quelle settecentesche del principe di Biscari e dei Benedettini (quest'ultima entrata in possesso del Comune di Catania nel 1866), in cui sono presenti le sezioni archeologiche Medievale, Rinascimentale e Moderna.
Nel 1988 ha avuto inizio il nuovo restauro, che ha restituito alla città di Catania un monumento di inestimabile valore storico - culturale.
Numerose le sale del XIII secolo, le cui strutture originarie sono ancora oggi visibili. Altrove sono invece evidenti i rifacimenti quattro e cinquecenteschi, come il portale gotico - catalano nella sala della cappella di San Giorgio.
Il patrimonio artistico custodito nel castello comprende reperti archeologici, paramenti sacri, preziose carte miniate del XVI secolo, incisioni, stampe, opere d'arte del Medioevo e del Rinascimento, oggetti di ornamento di materiale vario e una pregevole pinacoteca.

LA COLLEZIONE
La storia delle collezioni vede gli albori nel 1826, quando il catanese Giovan Battista Finocchiaro lasciò alla città di Catania la sua preziosa collezione di dipinti. A questo primo gruppo di opere si aggiunge, nel 1866, la raccolta dei PP. Benedettini entrata in possesso del Comune di Catania a seguito dello scioglimento delle corporazioni religiose.
La raccolta dei Benedettini, si formò a metà del settecento per impulso dell'abate Vito Amico, intellettuale tra i più apprezzati del tempo, e del priore Placido Scammacca. Essa è costituita da materiali greci e romani, scavati e rinvenuti in città o acquistati sul mercato antiquario di Napoli e Roma, e oggetti portati dai missionari al ritorno dalla Cina e dal Giappone. Quasi nello stesso periodo in
cui i monaci costituivano la loro collezione, il patrizio catanese Ignazio Paternò Castello, V principe di Biscari, formava nel suo palazzo alla Marina un'altra ed ancora più ricca raccolta che fu, a partire dal '700 e per molto tempo ancora, attrattiva per i viaggiatori nella Catania del settecento.
Numerose sono le pagine che Goethe e Brydone, dedicarono nei loro resoconti alle raccolte di antichità dei Benedettini e del Principe di Biscari.
A partire dal 1862, iniziarono i tentativi del Comune di Catania per entrare in possesso della collezione che, dopo la morte del principe Biscari, rischiava di andare dispersa tra i numerosissimi eredi. Solo tra il 1927 ed il 1930, con le donazioni degli eredi e con l'acquisto, da parte del Comune delle quote residue, la collezione entra, finalmente, a far parte del patrimonio del Museo.
Il nucleo principale della collezuione Biscari è costituito da materiali archeologici di periodo ellenistico - romano, provenienti dagli scavi eseguiti a Catania e nei fondi di famiglia, nei pressi dell'antica Camarina, nonché da acquisti fatti a Napoli, Roma e Firenze. Tra i pezzi più pregevoli della collezione il grandioso cratere attico del IV secolo a. C., con Perseo che decapita la Gorgone, e il cosiddetto torso di Giove o di Bacco, frammento di una grande statua romana che adornava una basilica catanese. Sono inoltre da annoverare le sculture medievali e rinascimentali, ed un cospicuo gruppo di bronzi, dal XV al XVIII secolo, e i preziosi vasi di Giorgio da Gubbio.
Il patrimonio che si era andato costituendo si arricchisce ancora, fino alla fine degli anni '70, con altri acquisti, donazioni e lasciti che vanno, per lo più, ad incrementare la pinacoteca.
II Museo Civico di Castello Ursino, a partire dagli anni '60 è oggetto di alterne vicende che lo sottraggono per circa trenta anni al pubblico.
Nonostante il cantiere di restauro in corso nel monumento ne impedisca la completa fruizione, nel 1996 viene presentata una selezione dei dipinti più significativi e noti, curata da Claudia Guastella.
Tra le opere esposte ricordiamo una piccola raccolta di tavolette bizantine, le opere della collezione Finocchiaro: San Cristoforo di Pietro Novelli, Natività di Geraci (copia della Natività di Caravaggio, trafugata a Palermo nel 1969), Morte di Catone di Matthias Stomer, l'Ultima cena di Luis de Morales (sec. XVI), il Cristo deriso e la Morte di Catone, già attribuito a Gerardo von Hontorst, ma che alcuni esperti ritengono piuttosto debbano essere attribuite al suo allievo, il fiammingo Matthias Stomer.

PINACOTECA
La raccolta di dipinti parte dalla collezione di Giovan Battista Finocchiaro, in possesso del Comune di Catania già dal 1826. In seguito si arricchì delle acquisizioni del patrimonio artistico di chiese e conventi e soprattutto del museo dei Benedettini. Il patrimonio si intensificò con i contributi delle famiglie Rapisardi, Biscari, Gandolfo, Mirone, Zappalà Asmundo. Le opere che oggi si possono ammirare coprono un ampio arco di tempo che va dagli inizi del XV secolo alla fine dell'Ottocento. La pinacoteca vanta opere della scuola di Ribera, di Procaccini, Borremans, Luis de Morales, Luca Giordano, Aniello Ascione. Di notevole pregio il Guidizio Universale del Beato Angelico, la Madonna col Bambino di Antonello de Saliba. Fra la tavole cinquecentesche spicca l'Ultima Cena di Luis de Morales. Nel gruppo delle opere del XVII secolo sono particolarmente interessanti La morte di Catone, di Matthias Stomer e la Scena allegorica attribuita a Mario Minniti. Di grande impatto il San Giovanni Battista di Pietro Novelli, del quale si conserva anche un San Cristoforo.

Orari visite:
da lunedì a sabato ore 9.00 - 13.00 e 14.30 - 19.00
domenica ore 9.00 - 13.00.
Visite guidate per gruppi e scuole su prenotazione
Tel. 095.345830
Fonte www.comune.catania.it




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