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:: Pollina » La storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Pollina (Puaddrina in siciliano) fa parte del Parco delle Madonie e comprende anche la frazione Finale di Pollina. Anche se la maggioranza della popolazione residente nel comune di Pollina è situata nella suddetta frazione, per motivi politici, non si è provveduto all' alterazione della sede comunale.
Il nome Pollina ha origini incerte. Forse deriva dal greco Apollonia, una città della Magna Grecia dedicata ad Apollo oppure dal greco Polla che significa sorgente. La città sembra fosse protetta dagli Dei e consacrata rispettivamente al dio della luce, della divinazione e della poesia. Vari scrittori antichi, quali Primo Cicerone, Diodoro Siculo e Stefano Bizantino, parlano di una certa Apollonia ubicata tra Motta e Gangi. Non vi sono tuttavia reperti che avvalorino questa ipotesi.
Notizie più concrete risalgono ad un periodo molto più recente del periodo greco e cioè nel periodo medioevale quando il borgo si formò intorno ad un castello di fattura normanna, di cui rimangono pochi resti. Nel 1082, il casale di Pollina viene riportato tra i beni della diocesi di Troina.
Nel 1187 il castello fu di proprietà della diocesi di Cefalù e nel 1321 circa venne da quest'ultima donata alla famiglia dei Ventimiglia, famiglia nobile di origini messinesi, gestore di tutto il territorio madonita. Ancor oggi il paesino rispecchia la sua antica configurazione di carattere medioevale.
Nella località chiamata "Pietrarosa" si può ammirare la Torre quadrata e i resti del Castello Medievale, la cui costruzione è certamente anteriore al sec. XIII. Di esso si fa menzione in un diploma dell'imperatore Federico II di Svevia dell'anno 1201.Da questo castello faceva le sue osservazioni astronomiche Francesco Maurolico, ospite dal 1494 al 1575 del Marchese Giovanni II Ventimiglia. La torre è stata notevolmente danneggiata dal tempo, dagli agenti atmosferici e dal terremoto del 26 giugno 1993. Si possono ancora vedere molte feritoie e un arco, che costituiva l'antico ingresso al castello, nei resti della cerchia delle mura antiche.
Finale, e tutto il territorio di Pollina, dal 1321 alla fine della feudalità (1812), fece parte fondamentalmente dei possedimenti della famiglia Ventimiglia e il suo sviluppo fu legato essenzialmente a quello del "Marchisato".
Nei primi del '500 il controllo, da parte dei Ventimiglia, sugli sbocchi marittimi di Termini Imerese, Cefalù e Castel di Tusa, pose in secondo piano l'importanza dello sbocco di Finale; più tardi, superato il periodo di crisi successivo alla massima espansione che era durata fino alla metà del '700, lo sbocco marittimo di Finale, per la "Val Demone", acquistò importanza vitale per la vita economica e commerciale dell'intero territorio controllato dai Ventimiglia.
Infatti, come testimonia V.Amico, ai tempi cominciava a svilupparsi Finale come centro abitato dove esisteva già una "decentissima abitazione del marchese di Geraci... con annessa torre di ispezione".Finale si sviluppava quindi come sbocco commerciale marittimo del Marchesato, con l'area dei depositi retrostante alla torre di guardia (l'attuale "Torre" di Finale), la residenza saltuaria del Marchese ad Ovest dell'abitato e le abitazioni tra questi "poli", "con delle rette vie...". Agli inizi del'800, dopo l'abolizione della feudalità, con l'organizzazione amministrativa data dai Borboni di Sicilia, ci fu l'abolizione delle tre valli e l'istituzione di 7 provincie, 23 distretti e 150 circondari. Finale facente parte del territorio di Pollina fu annessa alla provincia di Palermo, al Distretto di Cefalù e al circondario di Castelbuono. Lo sviluppo turistico della zona cominciò negli anni '70 del Novecento, quando su progetto dell'architetto Foscari fu costruito, sulle linee del teatro greco, un teatro all'aperto ricavato da una roccia dolomitica, dal particolare colore metà rosato e metà bianco, da cui il nome di "Pietrarosa". Nell'ultimo decennio, in seguito al terremoto del 26 giugno 1993, Pollina ha visto diminuire rapidamente la popolazione residente che di conseguenza si è trasferita, per la maggior parte, a Finale, causando così il decentramento delle attività nella frazione. Attualmente l'insediamento urbano di Finale si struttura prevalentemente, lungo la ss. 113 (via Libertà) ed è in pratica separato dalla fascia costiera dalla linea ferrata Palermo-Messina.


ECONOMIA

Numerosi sono i prodotti del settore agricolo pollinese fra i quali annoveriamo l'uva, i cereali, le olive, le mandorle, le castagne, gli agrumi e le noci. è importante la sagra dell'ulivo che si svolge nel mese di novembre. Nel settore artigianale spicca la lavorazione del legno, del ferro e quella dei ricami.


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