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O regno di Sicilia? Ove son quelle
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Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Palazzi Malerba

Palazzi Malerba

Via Regina Margherita



I palazzi Palazzi Malerba, furono costruiti tra la metà e la fine del XIX secolo. Se ne contano ben tre, due dei quali sono siti in via Regina Margherita:

Palazzo Alfonso Malerba
Costruito nel 1835 in via Regina Margherita, si presentava come un blocco compatto ad un solo piano e sobrio nelle decorazioni in calda pietra di Pilacane.Concepito in stile neoclassico, originariamente il palazzo venne realizzato per ospitare due famiglie, quella di Giovanni e del fratello Alfonso.
Il Palazzo presentava due ingressi ed altrettanti vani scala, quello di via SS. Croci (oggi viale Regina MArgherita) e quello di via Mazzini. L'ingresso di via SS Croci, destinato a Giovanni, presentava nella parte centrale un elegante portone d'ingresso ad arco a tutto sesto poggiante su alette e piedritti, arricchiti ai lati da due colonne toscane a tutto tondo su snelli ed alti piedistalli che rendevano più slanciato il portale. Sulle colonne si distingueva la trabeazione sulla quale spiccavo il largo balcone centrale. Questo ingresso era molto più raffinato e monumentale rispetto all'ingresso di via Mazzini in quanto via SS. Croci era una strada di principale importanza per Niscemi.
Tutti i balconi sorretti da mensole in asso con le porte del piano terra, erano incorniciati da semplici ed eleganti stipiti ed architravi che terminavano con un timpano a cornice triangolare.
L'ingresso su via Mazzini di proprietà di Alfonso, ancora oggi esistente, presenta due lesene molto sporgenti, sulle quali si innesta il cornicione.
Il Palazzo presentava molte analogie e simmetrie anche negli ambienti interni, come ad esempio i due saloni del piano nobile arricchiti da affreschi nelle volte a schifo e da bellissime pavimentazioni con pietra bianca di comiso e marmo nero di Vittoria.
Al piano terra si trovavano gli ambienti di servizio, cantine, depositi per la legna ed il cabone, la stalla per i cavalli e altri depositi. Fu uno dei pochi palazzi fornito di servizi igienici, avendo nell'androne dell'ingresso su via Regina Margherita un pozzo che serviva per attingervi l'acqua per gli usi domestici.
Si narra che tra la bocca del pozzo ed il livello dell'acqua era stata scavata una galleria che fungeva da via di fuga per i patrioti perseguitati dall'esercito borbonico. Infatti il pozzo presentava a metà della sua altezza un cunicolo lungo una centinaia di metri che conduceva fuori dal paese. Nel 1915 venne realizzato un nuovo piano, ma questo intervento interessò la parte di edificio degli eredi di Alfonso (quello sul fronte di via Mazzini)e non interessò il fronte principale.
Nel 1960 i pronipoti di Giovanni Malerba, vendettero la loro parte del palazzo al comune, il quale trasformò il palazzo in scuola media.
Intorno al 1966 fu considerato inagibile dai periti, e la parte su viale Regina Margherita venne demolita.
Con esso venne cancellata dalla realtà urbana una delle testimonianze più significative ed elegante dell'architettura civile a Niscemi.
Dalla demolizione si salvò, in parte, solo la parte della facciata settentrionale, retrostante del viale Regina MArgherita.

Tratto dallo studi di Stefano Bellei "Palazzo Malerba a Niscemi, un'ipotesi di ripristino filologico".
Con la collaborazione del Comune di Niscemi, Lions Club Niscemi, Università degli studi di Palermo, Soprintendenza ai BB.CC.AA.Caltanissetta.

Palazzo Antonino Malerba
Costruito nel 1890, sorge anch'esso in via Regina Margherita. Il palazzo introdusse alcuni elementi architettonici nuovi nella tipologia tradizionale dei palazzi niscemesi, costituito di due piani con decorazioni in pietra bianca di Comiso e in terra cotta di Caltagirone, con un grande portone che immette in un androne che ha di fronte un giardino. Nel lato sinistro prende inizio lo scalone che conduce alle stanze e ai saloni del piano nobile.

Un terzo palazzo, l'unico ristrutturato e che oggi è residenza privata, venne costruito all'inizio del XX secolo all'angolo tra la via Mazzini e la via Buonarroti.



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