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Necropoli di Casa Cantoniera-Grammichele
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::Necropoli di Casa Cantoniera a Grammichele » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Necropoli di Casa Cantoniera-Grammichele

Necropoli di Casa Cantoniera-Grammichele




La necropoli venne segnalata già da Paolo Orsi nel 1897, che in quest'anno ne individuò l'area di espansione. Alle pendici dell'altura di Poggio Zaccano, a nord-est di Casa Cantoniera (toponimo che trae origini da una casa cantoniera ubicata lungo la SP 33), nel 1916, lo stesso studioso portava alla luce quarantasei sepolture riferibili a diverse tipologie funerarie: tombe entro cassoni litici, a fossa, a cappuccina, a grotticella, di bambini entro pithoi e quattro cremazioni entro ustrini. I riti funerari, indigeni e greci, e i corredi, databili nel periodo arcaico e classico, costituiti da materiale indigeno e di importazione, hanno fatto pensare ad una vera e propria invasione greca non solo a livello industriale ma anche a livello culturale ed etnico.
Le indagini sono state riprese nell'area durante gli anni '80, in particolare è stata indagata l'area indicata da Paolo Orsi, portando alla luce una trentina di tombe indigene a grotticella, databili tra la fine del VII e la fine del V secolo a. C. Tra il ricco corredo e' stato rinvenuto un raro cratere laconico figurato, databile verso il 570-560 a. C., attribuibile ad un maestro per il quale si e' proposta la denominazione di pittore del cratere di Grammichele. Il vaso e' oggi conservato nel Museo Archeologico Regionale P. Orsi di Siracusa. I ricchi corredi delle tombe si trovano invece al Museo civico di Grammichele.
Alla fine degli anni '80, sempre nella stessa area, e' stata messa in luce una necropoli greco-indigena costituita da tombe a camera, ipogeiche, contenenti deposizioni anche multiple, attraversata da una grande strada scavata nella tenera calcarenite locale, databile tra la fine del VII e la fine del V secolo a.C.
In una delle sepolture, insieme a ceramica di produzione indigena, della facies di Licodia Eubea (VIII-VI secolo a. C.), di provenienza greco-orientale, di importazione corinzia e attica, tra queste ultime ceramiche sono notevoli le coppe "ad occhioni" della tomba 2 e della tomba 18, databili all'ultimo quarto del VI secolo a. C., l'una decorata nella parte esterna della vasca con una scena di satiro che rapisce una menade, l'altra con un giovane incedente che conduce un cavallo. Dalla necropoli proviene anche uno splendido capitello eolico, databile fra la fine del VII e l'inizio del VI secolo a. C., forse riutilizzato come portello di chiusura delle tombe.

Orari visite:
da lunedì a sabato ore 09.00 - 13.00 e 15.00 - 19.00
domenica ore 09.00 - 13.00
Ingresso a pagamento
Infoline: tel. 0933.941536




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