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::Necropoli della Piazzisa a Licodia Eubea » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Necropoli della Piazzisa

Necropoli della Piazzisa




Nella valle "Piano del Passo", dominata dalla collina del castello, si eleva il colle della Piazzisa, che dà il nome alla contrada posta a tre chilometri a nord-ovest di Licodia Eubea. Su una terrazza naturale del colle, raggiungibile dalla strada 38/III che dal paese porta alla S. S. 194 Catania-Ragusa, in prossimità del torrente "Fiumicello", sono state rinvenute le tracce di una necropoli cristiana, segnalata per la prima volta dal prof. V. Cannizzo nel 1908.
Il terreno di natura calcarea fu sfruttato in precedenza dai Siculi che lasciarono nella zona una piccola necropoli la quale presenta camerette funerarie con ampi loculi scavati nel suolo. Fu datata dal Cannizzo tra il V e il IV secolo a. C. in base ai materiali rinvenuti e ai raffronti della tecnica costruttiva. Dopo quasi dieci secoli il piccolo agglomerato rurale, che doveva essere stanziato nelle vicinanze, impiantò nello stesso sito diversi gruppi di sepolcri, costituendo un complesso cimiteriale di maggiore vastità rispetto quello siculo. Le camere funerarie erano composte da uno o due vani comunicanti all'interno tra loro; le pareti delle camere erano occupate da loculi e da arcosoli monosomi ricavati nella roccia. La maggior parte delle camere ipogeiche risulta rimaneggiata, tuttavia si mantiene intatta quella già descritta dal Cannizzo. L'ipogeo è composto da due camere: l'ingresso di quella più grande si è perfettamente conservato, mentre quello a destra, che immette nell'ambiente più piccolo, è in parte rovinato. La pianta del vano maggiore non è ben apprezzabile, mentre quello adiacente è di forma rettangolare e presenta nella parete di fronte all'ingresso due loculi sovrapposti, mentre alla sinistra si erge un sarcofago con arcosolio. Come suppone lo stesso Cannizzo il sepolcro doveva essere riservato "...per capo o pel personaggio più rispettabile della famiglia quivi sepolta". Si può anche ipotizzare che fungesse da mensa per la liturgia sacra. Asportando il materiale sul piano di calpestio del vano sono venute alla luce fosse terragne, cioé scavate a terra, che dovevano occupare tutto il suolo. All'interno delle camere non si sono conservati materiali utili per la datazione del complesso, tuttavia può essere assegnato al V secolo d. C., coevo al sepolcreto del colle del Castello. La necropoli della Piazzisa costituisce il primo dato della presenza tardo-imperale fuori dal centro abitato. Sul pianoro della collina inoltre sono stati rinvenuti grossi blocchi di pietra, mattoni, frammenti di tegole e di ceramica tarda, elementi che hanno confermato l'ipotesi dell'esistenza di un piccolo nucleo abitato nei pressi della necropoli, forse una fattoria o un agglomerato rurale di modesta entità.




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