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::Necropoli della Montagna a Caltagirone » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Necropoli della Montagna

Necropoli della Montagna




La Necropoli della Montagna è un sistema di alture che fronteggiano Caltagirone a Nord-Est. La Montagna è separata dalla vetta più alta di Caltagirone, denominata Monte S. Giorgio, dall'insellatura di Poggio Marrona e dal profondo vallone che traendo origine da essa scende sotto la Rocca.
Dal fondo della valle da cui nasce il fiume Caltagirone (o Margi), il monte, formato di argille e teneri calcari con banchi gessosi, sale a terrazze successive. Su queste terrazze irregolari, solcati da valloni e valloncelli, i Siculi avevano annidato ed allineato i loro sepolcreti costituiti da grotte scavate nelle rocce calcaree, similmente a quanto si vede nel sito di Pantalica o in quello di Cassibile, nel territorio siracusano.
I calcari, ovunque appaiano, sono bucherellati da ampie aperture regolari, rettangolari, che fungevano da ingresso e da cui si accedeva in piccole grotticelle a pianta circolare e volta curva, con un diametro di circa due metri.
Il numero complessivo delle grotticelle della montagna varia da 1500 a 2000 come ha potuto constatare il dott. Seminerio. Sono state interamente scavate dall'uomo in un periodo che va dal XIX al IX sec. a.C. e molte di queste tombe hanno subito nel corso dei millenni parecchie metamorfosi: alcune sono scomparse, altre franate.
Dalle parti alte della Montagna si ha un'ampia vista del territorio circostante che abbraccia tutto il Sud-Est dell'isola, comprendendo tutta la distesa di monti che da Mineo scendono fino a Comiso. Da qui si vedono Mineo, Grammichele, Licodia, Vizzini, Chiaramonte Gulfi. A destra la visuale è chiusa dalla vetta di Monte S. Giorgio, nella quale era forse un tempo l'acropoli di Caltagirone, e dallo sperone di Monte S. Mauro. La Montagna si può dividere altimetricamente in tre zone ciascuna delle quali comprende varie contrade:
* Montagna Alta (contrade Di Bernardo e D'Alessandro)
* Montagna Media (contrada Castelluccio)
* Montagna Bassa (contrada Rocca)
Gli abitati e le necropoli erano distribuiti sul declivio meridionale della Montagna, sparsi sopra un'estensione di parecchi chilometri quadrati e sembrano far capo ad un tracciato viario antico che dal sito di S. Ippolito, sulla sponda meridionale dei Margi, attraversava le attuali contrade della Montagna; si trattava non di una vera e propria città ma piuttosto di gruppi di uomini dipendenti da capi e da un principe, la cui dimora, stando al numero ed alla sontuosità dei sepolcri, può essere collocata presso la Rocca. Nessuna traccia di fortificazioni o di abitazioni è stata riconosciuta.
Ogni contrada della Montagna comprende gruppi di sepolcri di varia estensione ed entità che fanno di questa necropoli la quarta in ordine di importanza dopo Pantalica, Cassibile e M. Dessueri. Si può iniziare la visita dal tratto che lega Caltagirone allo svincolo per Piazza Armerina.
La maggior parte delle tombe appartiene alla civiltà di Pantalica Nord-Caltagirone (XV-XII sec. a. C. ); poche, le più antiche, a quella di Castelluccio (XIX-XV sec. a. C.) e di Thapsos mentre le più recenti, per i materiali, ma non per la forma dei sepolcri, non scendono oltre il IX secolo a. C.. La necropoli è stata esplorata sistematicamente da P. Orsi nei primi anni del '900; in quegli anni furono rinvenuti oggetti di grande interesse e pregio: spade e daghe in bronzo, fibule, anelli d'oro micenei. vasi di ceramica fatti al tornio, oggi custoditi nel Museo Archeologico Regionale "P. Orsi" di Siracusa.
La peculiarità principale di questa necropoli, rispetto alle altre dell'età del Bronzo, è rappresentata dalla presenza, insieme al tipo a cupola tonda, normale nell'isola, del tipo di tomba a tholos, ossia a forma circolare con volta ad ogiva, preceduta da un piccolo vestibolo. Questa tipologia tombale che aveva come modello la famosa tomba di Agamennone a Micene, è da ritenersi dovuta ad influenze transmarine, in particolare di matrice egeo-micenea, le stesse che sono state riscontrate anche in altri siti della Sicilia orientale come, ad esempio, Thapsos, nella penisoletta di Magnisi, vicino Siracusa.
La presenza di questa tipologia in una regione discosta dal mare appare di grande interesse poiché si tratta di un tipo costiero per eccellenza che manca del tutto nelle necropoli di Pantalica e di M. Dessueri.
In generale sulla Montagna sono rarissime le stanze multiple con camerette indipendenti collegate da un lungo corridoio, rari i nicchioni o i letti funebri, rari i chiusini monoliti di sottili lastre gessose, suppliti da macerie o da grossi blocchi informi. Mancano anche le camere di forma rettangolare consuete, invece, nell'età finale del Bronzo ed in quella protostorica. Nella tomba veniva solitamente deposto anche il corredo funebre costituito da vasi, cibarie, offerte votive e bronzi, in particolare, ornamenti personali e armi. La suppellettile che accompagnava i morti è fittile e metallica. Molti dei corredi recuperati sono attualmente conservati nel Museo Archeologico Regionale "P. Orsi" di Siracusa.
Insieme col morto, veniva deposto nella tomba il corredo funebre, costituito da vasi e da bronzi, soprattutto strumenti personali o ornamenti. A deposizione avvenuta la cameretta era chiusa con una lastra di pietra o gesso e sigillata ulteriolmente con dei sassi ammucchiati davanti all'ingresso.



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