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La torre dei Ventimiglia
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::La torre dei Ventimiglia a Gangi » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



La torre dei Ventimiglia

La torre dei Ventimiglia




La torre, una grande costruzione di forma quadrata, a tre livelli (21 m), sostenuta da 4 grossi pilastri, formanti un portico è oggi addossata alla chiesa madre della quale funge da campanile. Secondo una non meglio precisata "tradizione" storica locale non suffragata da alcuna fonte documentaria, la torre sarebbe stata residenza dei Conti di Geraci (i quali però avevano a loro disposizione il castello costruito sulla vetta del monte) e sarebbe appartenuta ai Cavalieri di Malta (dei quali fino all'Ottocento sarebbe stato visibile su di essa lo stemma dell'ordine) e infine alla Chiesa di San Nicolò: tuttavia le superiori tesi non appaiono tuttavia confortate da alcuna documentazione d'archivio, ma da tradizioni locali non verificabili e da fonti di seconda e di terza mano. Sul lato orientale la torre, attaccata al prospetto della chiesa Madre, ne costituisce il principale ornamento. I due livelli inferiori presentano finestre ogivali ad esili bifore. La torre, in stile tardogotico con influenze catalane, venne edificata nella prima metà del XIV secolo sulla base porticata preesistente che, secondo un'odierna ipotesi non dimostrata dai documenti ed estranea alla tradizione, per qualcuno avrebbe funzionato da accesso alla città murata (seri dubbi e perplessità in merito sono espressi dagli studiosi): sebbene l'ipotesi della porta urbica non trovi ad oggi valido sostegno documentale, tuttavia la preesistenza della base porticata (nella quale i costoloni della volta a crociera potrebbero riferirsi ad età sveva) costituisce un valido indizio per smentire la fondazione dell'abitato nei primi anni del Trecento e confermare una presenza del borgo di Gangi sul monte Marone nei secoli precedenti. In origine la torre era isolata dalla chiesa di San Nicolò (mai intitolata a S. Sebastiano, come vorrebbe la "tradizione" e come invece ampiamente dimostrano i documenti d'archivio dal Trecento in poi) e solo tra il XVI ed il XVII secolo venne inglobata dalla chiesa a seguito dell'allungamento dell'edificio religioso. La solita "tradizione" non verificabile e non documentata narra che durante la costruzione, essa ebbe dei cedimenti; per questo i maestri, temendo le ire del Conte Francesco I di Ventimiglia, scapparono, lasciando l'opera incompleta trasferendosi nella vicina Nicosia, ove portarono a compimento una torre simile. Varie furono le funzioni a cui la torre fu deputata nel corso dei secoli; alcuni studiosi, senza alcun appiglio documentale, la indicano come carcere del Santo Uffizio, per un periodo non precisato. Dal XVI secolo assolse funzione di torre campanaria. Nel XX secolo, la torre è interessata da tre campagne di lavori, tutte riconducibili alle indicazioni del Soprintendente della Regia Soprintendenza ai Monumenti di Palermo di allora, Francesco Valenti (il quale in una sua relazione, stilata negli anni Venti ma senza alcuna prova documentale e su informazioni locali di seconda mano, attestò l'esistenza storica dello stemma dei cavalieri di Malta sul medesimo edificio: il Valenti attestò anche che le due torri di Nicosia e di Gangi sorsero «come costruzioni civili», con ciò indicando una possibile originaria funzione civica della torre di Gangi): 1925-'26: inserimento delle catene metalliche, realizzazione della copertura piana e risarcitura di molte fessure1955: i pilastri alla base vengono rivestiti con una nuova pietra; 1965-'69: distruzione degli antichi orizzontamenti a favore di solai in laterocemento. Nel 2005 è stato completato il restauro della torre.

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