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::Gli antichi mulini a Scillato » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Gli antichi mulini

Gli antichi mulini




I Mulini sono stati costruiti sui canali di scarico delle sorgive Agnello e Golfone utilizzando l’energia dell’acqua. Dal tempo dei Normanni, e forse anche prima, si contavano 13 mulini e due Qualchiere o “Paraturi” per la lavorazione della lana e la zabbara per il cordame. Non erano altro che due mulini, con dei magli, che battevano con moto perpetuo trasmesso dalla ruota dentata azionata dall'acqua.
Il primo mulino, documentato da una pergamena conservata presso l'archivio storico di Stato di Palermo, è la concessione fatta da Adelasia, nipote di Re Ruggero, alla Chiesa cefaludense del mulino in contrada Fundeca, in Xillato (oggi contrada Fondaco, Scillato) nell'anno 1156.I tipi fondamentali di mulino ad acqua sono due: il mulino orizzontale e quello verticale. La nomenclatura del tipo mulino è derivata dalla forma di trasformazione dell'energia dell'acqua in energia meccanica.Per potere avere il moto rotatorio della mola, l'acqua veniva fatta defluire forzosamente da un serbatoio fatto in muratura ciclopica dell'altezza di metri tre circa (botte) su una ruota dentata che, per mezzo di un'asse, era ancorata alla mola.La posizione della ruota dentata, orizzontale o verticale, dava il nome al tipo di mulino. In altre parole, l'acqua veniva incanalata per mezzo di un torrione a forma prismatica ospitante all’interno una condotta forzata di circa un metro e che finiva con un foro di quindici centimetri circa, da cui l’acqua fuoriusciva con forza sulle palette di una ruota dentata che la metteva in movimento. Mediante un albero di trasmissione verticale veniva trasmesso il movimento rotatorio alla macina di pietra.
Tutti i mulini di Scillato sono stati orizzontali perchè ritenuti più efficienti. Il grano veniva macinato schiacciandolo fra due mole o pietre circolare piatte, 60/80 cm. di diametro circa, di cui una inferiore fissa e l'altra sfregava sopra di essa, azionata dalla forza dell'acqua: a seconda che le due mole erano più o meno ravvicinate, la macinazione veniva più fine o grossolana. Secondo la grossezza del macinato si aveva la farina e la semola.
Inoltre, essendo il chicco di grano avvolto dal proprio pericarpo, ne viene che, nella macinazione, esso rimaneva mescolato alla semola e alla farina. Mediante la stacciatura la crusca veniva separata dalla farina.Nel periodo medievale i mulini hanno determinato l'economia di Scillato e delle entrate non indifferenti per la Contea degli Sclafani. Alcuni di essi hanno funzionato perfettamente sino agli anni cinquanta. L'avvento dell'energia elettrica, che aziona i motori, ha poi sostituito l'energia idraulica.
Di questa attività dei Mulini sono rimasti i manufatti architettonici, alcuni recentemente restaurati con il progetto "Potamos" finanziato con fondi europei. Così, oggi, dopo un lungo abbandono, si sta tentando il recupero per la creazione di un suggestivo "itinerario delle acque e dei mulini". Fra quelli ancora visibili e che conservano ancora in certa misura l'aspetto originario segnaliamo:
- il mulino "dell'Asiniddaru", in cui sono ancora in discreto stato non solo gli ambienti, ma anche alcuni degli elementi che ne componevano il meccanismo:
- il mulino "Paraturi", l'unico che venne utilizzato per la realizzazione di tessuti, attivo ancora nell'Ottocento
- il mulino "Rasu", l'ultimo a cessare l'attività di macinatura del grano, negli anni 1960.
 



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