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::Chiesa e Convento dei Cappuccini a Licodia Eubea » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa e Convento dei Cappuccini

Chiesa e Convento dei Cappuccini




Il convento, che risale al 1568, risulta ubicato nella parte Nord del centro abitato in contrada Ariceddi. Nel 1582 vi si celebrò il primo Capitolo Provinciale ove fu confermato Ministro Provinciale il P. Sebastiano d’Agira. La spesa della costruzione del convento e della annessa chiesa fu sostenuta dalla Marchesa Donna Camilla Santapau e dalle offerte spontanee del popolo. Questo sito risultava ben distante dal centro urbano di Licodia, sviluppatosi per lo più attorno al Castello Santapau, il Borgo e alla Chiesa Madre di Santa Margherita, ove si concentrava tutta la popolazione. Le fabbriche del convento e dell'annessa chiesa erano già state completate nel 1570, quando già una primitiva famiglia di frati abitò l'edificio claustrale.
Considerato “Coenobium preclarum” come lo chiama il Pirri vi si celebrarono ben sei Capitoli Provinciali, l’ultimo dei quali nel 1621. La chiesa dedicata a S. Maria degli Angeli, sorta contemporaneamente è a fianco alle fabbriche del convento presentando l'accesso principale rivolto verso il Castello Santapau, a mezzogiorno. Anche se molto piccola nelle dimensioni, è la più bella e la meglio conservata, insieme alla chiesa dell'Ospedale, delle chiese presenti nel territorio licodiese. La primitiva fisionomia del convento fu modificata dal crollo avvenuto nel 1693, rimase in piedi l'ala sinistra dove ancora si conservano le celle cinquecentesche e la sala della biblioteca, parte del chiostro e la piccola cappella, posta sullo stesso corridoio delle celle. Il portico del chiostro, in pietra intagliata, con le volte a crociera e con la sovrastante terrazza, fu realizzato nei primi decenni del XVII secolo ( come riporta la data 1722). Uno stemma in pietra scolpita, con le insegne araldiche dei Santapau sovrasta una porta del cortile interno. Grazie alle elargizione del Barone Don Angelo Aliotta, la chiesa fu ingrandita nel 1797 presentando il nuovo accesso principale rivolto verso l'attuale piazza Margherita., mentre la volta della stessa crollata una prima e una seconda volta per imperizie degli architetti fu riedificata nel 1823 sotto la guida di Fr. Rosario da Calascibetta esperto architetto. Nell'anno 1963 la chiesa venne eretta a parrocchia, diventando così la terza parrocchia di Licodia insieme alla Matrice e alla chiesa di santa Lucia al Borgo. La neo-parrocchia venne chiamata Santa Maria degli Angeli, nome suggerito dal frate cappuccino licodiano padre Leonardo Vincenzo Ciavola (n.1920 - m. 1999).
All'interno della chiesa,ad una sola navata, di notevole pregio artistico è la custodia Settecentesca dell'altare maggiore, in legno intarsiato e scolpito, simile a quella del convento di Mazzarino in provincia di Caltanissetta. Un grande dipinto del pittore licodiese Mariano Cusmano, realizzato nel 1676 che ha come soggetto il perdono di Assisi, sovrasta l'altare maggiore. Dietro la tela del Perdono di Assisi, nella sua nicchia, è custodita la bella statua lignea dell'Assunta, portata in processione il 15 di agosto di ogni anno.Anticamente era presente in questa chiesa una Confraternita a lei dedicata, fondata nei primi anni del XIX secolo, oltre ad un imponente fercolo ligneo indorato, opera dell'800 dell'ebanista licodiano Angelo Giarrusso, oggi andato disperso. All'interno si possono vedere due tele, una rappresentante "L'adorazione dei Magi", interessante composizione della metà del Seicento, l'altra, raffigurante la Madonna con bambino, realizzati a tinte forti, con contrasti di chiaro scuro, tipica espressione della pittura siciliana del XVII secolo.Sull'unica navata della chiesa si aprono tre altari per lato. In uno di questi, sulla parete di sinistra, è conservata e venerata la preziosa statua lignea di San Francesco d'Assisi, opera databile al XVII secolo, di particolare pregio artistico.
Di fronte alla prima rampa della scala interna si trova un dipinto con l'immagine di S.Veronica, opera giovanile di un altro pittore licodiese, eccellente ritrattista: Mariano Agosta. Sulla parete sinistra, subito dopo l'ingresso principale sono riportati i sepolcri di Camilla Santapau, del marito Don Muzio Ruffo e del loro figlio sacerdote Giuseppe, segno tangibile del legame che questa famiglia ebbe nei confronti della chiesa di S.Maria degli Angeli. Presso il convento è anche conservato un piccolo ritratto ad olio su tela di Don Gutterra Velasquez e Santapau, figlio di primo letto di Camilla e di Don Pedro Velasquez. Oggi il convento è sede della Vice - Postulazione del Servo di Dio Fra Francesco Cascio. Nelle attività specifiche della fraternità non mancano l’Ofs, la Gifra, e i gruppi ecclesiali come la Comunità di fede e il gruppo delle giovani coppie che frequenta la parrocchia.
Frati cappuccini illustri del convento di Licodia
Durante la secolare presenza dei Padri Cappuccini a Licodia, molti giovani del paese hanno abbracciato l'ideale di vita francescano in seno a questo ordine.
Tantissime le vocazioni illustri che ha visto nascere e crescere il convento di Licodia. Se ne ricordano di seguito alcune tra le più importanti. Degno di nota è sicuramente il Servo di Dio Frate Francesco Cascio da Licodia (1600 - 1682), missionario per quasi quaranta anni a Luanda, e compagno di viaggio del Servo di Dio Padre Innocenzo Marcinò da Caltagirone.
La sua fama di santità portò le autorità religiose, subito dopo la sua morte, ad aprire un processo canonico per raccogliere testimonianze inerenti la sua prodigiosa vita, ma non andò a buon fine per ben due volte, a causa di alcune leggerezze che si verificarono al tempo.
Si ricorda anche la figura dello storico del convento, il Padre Carmelo La Mendola da Licodia (1874 - 1954), che raccolse in due manoscritti la storia di Licodia e del convento dei Cappuccini. Grazie alla sua meticolosa opera sono oggi conosciuti molti aspetti storici della presenza cappuccina a Licodia. Padre Carmelo diede anche alle stampe due suoi scritti su Palazzolo Acreide.
Nel corso del XIX e del XX secolo, tante altre sono le personalità di frati di particolare prestigio, come Padre Salvatore Scollo da Licodia (1837 - 1898), definitore, che riaprì e restaurò il convento dopo le "leggi eversive" del 1866-67, Padre Giuseppe D'Angelo da Licodia (1881 - 1947), fondatore della rivista serafica "L'Araldo del Gran Re" e padre Provinciale dei Cappuccini di Siracusa, Padre Bernardino Scollo da Licodia (1869 - 1938), anch'egli padre Provinciale, e Padre Francesco Lo Bartolo da Licodia (1872 - 1945), dotto linguista e calendarista della Provincia.
Nel corso della seconda metà del '900 l'ordine dei Cappuccini ha continuato a raccogliere a Licodia diverse vocazioni. Di particolare importanza è quella del padre Rodolfo Coniglione da Licodia, (1938 - 1968), scomparso prematuramente, che negli anni '60 fu il più giovane frate cappuccino ad occupare l'importante carica di Maestro dei Novizi.
Il 15 agosto si celebra la festa dell'Immacolata Concezione titolare della chiesa , che viene portata in processione per le vie cittadine.




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