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Chiesa del Bianco  - Trecastagni
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::Chiesa del Bianco o della Misericordia a Trecastagni » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa del Bianco  - Trecastagni

Chiesa del Bianco - Trecastagni




Comunemente denominata "chiesa dei Bianchi o del Bianco", per la presenza e l’attività caritativa della confraternita della Misericordia, i cui adepti nell’esercizio delle funzioni vestivano di bianco, sorge nell'omonima piazza ed è la più antica chiesa del paese almeno per il documento che conserva: la sua campana maggiore porta la data del 1302. Ad essa nel 1500 facevano riferimento per l'assistenza religiosa e sacramentale gli abitanti di Pedara, privi della loro chiesa distrutta dai terremoti del 1536 e 1537. Ricostruita ed ampliata nel XV secolo in Piazza del Bianco con i pezzi ricavati dalla demolizione dell'antica Chiesa di S.Maria della Misericordia, sotto il cui titolo è ancora dedicata, si compone di una sola navata con altari in marmi pregevoli. Distrutta dal terremoto del 1693 rinacque nella struttura muraria odierna nel 1734, come recita la data incisa sulla trabeazione della porta laterale, ricca degli elementi decorativi esterni in conci lavici e profondamente ristrutturata internamente secondo i canoni estetici del secolo.La facciata, in intonaco a malta rossiccia anticata, partita da tre lesene e chiusa da una copertura a doppio spiovente, è dominata dal grandioso portale in pietra lavica finemente lavorato e sovrastato da un’ampia finestra. Il tutto proveniente forse dall'antica chiesa demolita. Il portale laterale trova il suo punto di forza nella struttura pilastriforme e nella trabeazione con la scansione di metope e triglifi.
L’interno è composto da una sola navata e restaurato agli inizi della seconda metà del XX secolo in color ocra con modanature in bianco. La Chiesa era in origine tutta affrescata, ma dopo il terremoto del 1693, dovendosi eseguire le necessarie riparazioni, fu imbiancata senza criterio solo rispettando il centro della volta a botte raffigurante l'Esaltazione dell'Eucaristia ovvero Il Trionfo della Fede sugli eresiarchi, notevole per la potenza degli scorci e il fronte dei pilastri perimetrali con motivi floreali policromi modulari.
All'esterno, grandioso portale e finestra in pietra lavica di squisista fattura del 1400, l'antico della Chiesa demolita. Sulla via Vittorio Emanuele altro portale litico, risalente al 1734.
L’abside è a pianta quadrata chiusa da una volta a calotta raccordata da pennacchi angolari occultati dai rilievi in stucco dei quattro evangelisti e decorata con il tema della Misericordia.
L’altare riempie la parete di fondo con il suo impianto prettamente scenografico pur nell’alternanza del bianco e dell’ocra. L’alzato della mensa, lineare nel complesso e decorato da marmo fiorito, è sormontato da quattro colonne ibride e surreali nell’ideazione e nella realizzazione per la mistione del tortile e del levigato e l’applicazione del metodo della specularità sia all’interno della singola coppia di colonne sia nel complesso strutturale dell’alzato. Il timpano, accennato dagli spigoli alla base, si risolve in due figure di angeli sostenuti da nuvole stilizzate a vortice e indicanti il monogramma di Maria nella trasparenza del vetro colorato dell’oblò dell’abside. Al di sopra si estende la cupoletta divisa in quattro sezioni da pilastri in stucco e finto marmo, delle quali tre occupate da bassorilievi in gesso bianco su fondo azzurro.
Nella nicchia dell'abside coperta dalla pala d’altare della Misericordia, squisita opera pittorica di Tullio Allegra (1862-1934), si conserva il gruppo settecentesco della Misericordia, in legno dorato, composto da tre personaggi: Padre Eterno, Gesù Cristo e la Madonna, di ignoto autore del 1700, benissimo conservato, visibile solo nel giorno della sua festa e rappresenta il trionfo dell’architettura settecentesca della chiesa Proprio questo gruppo fu portato in processione per le vie di Catania durante l’eruzione del 1669.
Quattro sono gli altari laterali in marmo fiorito e stucco. Sulla destra quelli di san Francesco di Paola, e di santa Lucia, sulla sinistra quelli di san Michele Arcangelo, oggi con una tela della Presentazione al tempio, e del Crocifisso. Quest’ultimo di fattura settecentesca e dalla forte espressività scenografica presenta ai lati della croce i gruppi in gesso dell’Addolorata e della Maddalena, di Giovanni e di Giuseppe d’Arimatea risalenti al 1600.
Su altro altare copia del S.Michele Arcangelo di Guido Reni eseguita da Michele Rapisardi.
Il Campanile, non omogeneo alla costruzione per stile e per materiale adoperato, è distaccato dal corpo della Chiesa, e si eleva tozzo ed a pianta quadrangolare, sormontato da una cella campanaria a prisma ottagonale concluso da una piramide con la stessa base. Vi si accede per una porticina in pietra a cui sovrasta un'originale finestra quadrata, entrambe di costruzione pari alla porta centrale; in esso si notano due campane, dedicate a S. Maria della Misericordia.
La più grande fu fatta dalla Confraternita omonima nel 1302 ed è opera di Venerando Leotta ad Acireale; la piccola reca la data del 1609.
Anche in questa Chiesa esistono sotterranei funebri attualmente inaccessibili.




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