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::Chiesa S.M. della Concezione a Regalbuto » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



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Chiesa S.M. della Concezione

Via G. F. Ingrassia, 35



Fondata con le ricchezze di Anna Giulia Garagozzo fu una abbazia secolare. Il Sommo Pontefice concesse il diritto di nomina dell'abate alla fondatrice e ai suoi successori, rese l'Abbazia direttamente soggetta alla Santa Sede, sottraendo l'abate e i cappellani alla autorità ordinaria della cura vescovile catanese. La baronessa Garagozzo, da parte sua, dotò la chiesa di cospicue rendite, provenienti dai feudi di Saccarina, Severino e di altri suoi domini. Primo abate fu il fratello di donna Giulia don Vincenzo Garagozzo, "Protonotario Apostolico", il quale, prima di morire nel 1648, dotò la fondazione di ulteriori rendite e dispose nuove norme statutarie tra le quali: l'aumento dell'appannaggio annuale dell'abate da 230 a 240 onze di moneta di Sicilia; l'elezione annuale da parte dell'abate dei cappellani e di quattro lettori per l'Abbazia, con un appannaggio di 20 onze annuali ciascuno; la costituzione di "legati di maritaggio", di 20 onze ciascuno, come dote per le ragazze orfane, da maritare, ecc.Dispose inoltre che la metà delle rendite della fondazione fossero assegnate ai poveri l'otto dicembre di ogni anno, insieme ai legati di maritagbio, in occasione della festa della Immacolata Concezione. La fondazione dovette crescere ben presto in importanza ed autorità dato che divenne la sede preferita dei vescovi catanesi durante le loro visite pastorali a Regalbuto. La chiesa era ad unica navata e non superava i dieci metri di profondità. Sull'altare maggiore si trovava un quadro raffigurante la Vergine Assunta, attribuito a Guido Reni e requisito nel 1927 dal Governo Italiano, di cui si sono perdute le tracce. Nel tempio oltre al monumento funebre in marmo mischio del fondatore, si trovavano abbondanti e pregiate suppellettili tra le quali i ricchissimi paramenti ricamati in oro e altri preziosi: quali calici, pissidi, ostensori, ecc., che i discendenti di donna Giulia furono solleciti a requisire, allorchè vendettero la chiesa ai privati. La bella statua dell'Assunta invece fu donata alla chiesa del Collegio di Maria, dove si trova ancor oggi collocata nell'edicola dell'altare maggiore. L'edificio, già in precarie condizioni nell'Ottocento, crollò nel 1927. L'Abbazia sorgeva sulla via G.F. Ingrassia al numero civico 35 (A,B,C) di fronte alla piazzetta che fiancheggia la chiesa del Collegio dei Gesuiti. Le due chiese erano collegate sotterraneamente con un tunnel che le congiungeva con la chiesa di S. Francesco di Paola.

Fonte: www.comune.regalbuto.en.it




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