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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa Madre Immacolata Concezione

Chiesa Madre Immacolata Concezione

Piazza Giuseppe Garibaldi, 24



Chiesa Madre o Madrice, dal prospetto maestoso ed imponente, di gusto neoclassico, scolpito su viva pietra di Siracusa, completato nel 1879, anno in cui fu collocato l'orologio comunale e iniziarono i lavori di stucchi e pavimentazione in mattonelle di marmo.
Il Guarneri vuole sia iniziata la costruzione nel 1717 e terminata intorno al 1749, altri nel 1779, come si leggeva sulla porta maggiore.
Inizialmente, il tempio ebbe la struttura a croce latina, successivamente nel 1788 vennero aggiunte le due navate laterali.
Fu aperta al culto nel 1784 e dedicata alla Beata Vergine Immacolata.
Secondo le fonti della tradizione orale, intorno alla metà del XVIII secolo, sotto il dominio del Viceré Caracciolo, gli abitanti del paese, stanchi delle prepotenze dei baroni, che allora esercitavano il diritto del mero e delmisto impero, desiderosi di libertà e indipendenza, fecero voto di digiunare ogni sabato in onore della Vergine Immacolata ed innalzarle un tempio se avesse fatto la grazia di liberarli dalle angherie e dai soprusi.
Si assoggettarono ad una volontaria contribuzione annua per sostenere le spese della causa intentata al barone del tempo davanti al tribunale del Real Patrimonio in Palermo, al fine di negargli l'esercizio dell'esoso diritto.
Nel 1779, riuscirono ad ottenere la sentenza favorevole e per questo, grati e riconoscenti, fedeli alla promessa, dedicarono la chiesa alla Vergine Immacolata. Intorno al 1790, l'Arciprete Giovanni Benza fece chiudere lo spazio antistante alla chiesa, volgarmente detta il cimiterio, con una elegante balaustra di pilastrini in pietra, che venne sostituita con una ringhiera di ferro nel 1912.
Nei suoi soli sei anni di parrocato, egli si adoperò ad abbellire il tempio corredandolo del grandioso "Velo" ( volgarmente "viledda"), per il quale furono necessarie 56 canne di tela, facendolo dipingere nel 1787 per 11 onze dal pittore Giuseppe Garigliano; tale ornamento,come segno di penitenza si espone in tempo di Quaresima. Nel 1788 fece avviare i lavori per la costruzione di un organo, la cui ingombrante cassa venne rimossa dall'allocazione scelta per l'ingrandimento della chiesa con due navate laterali.
Fu l'Arciprete F.Fiandaca (1876-1911) ad ordinare, nel 1881 al signor Damiano Polizzi di Caltanissetta,un nuovo organo che venne collocato sulla cantoria lignea posta sopra la navata centrale.
Il luogo mariano risultava ancor più spirituale e affascinante nelle trame di incenso e note che i fedeli respiravano durante i riti sacri e occasioni di festività; ma lo strumento, corredato da effetti sonori particolari, capaci di ricreare atmosfere non sempre angeliche, fu vittima dell'ottemperanza alle diverse disposizioni liturgiche, che impedirono l'esecuzione di composizioni di musica "laica", avviandone un inarrestabile degrado.
Fortunatamente, grazie all'interessamento della Parrocchia atto a promuovere e a conseguire finanziamenti, il 6 dicembre del 2009 l'organo ha ridonato la sua musica ad una platea commossa, alle statue ammiccanti, agli affreschi della volta che sorridono, al Crocifisso che vuole scendere dalla Croce, alle cappelle nostalgiche sorprese dalla novità; tra queste, la cappella del SS. Sacramento che, nel 1795, i decoratori Andrea Santalucia da Naro e Onofrio Dell'Orto da Palermo arricchirono d'oro zecchino e adornarono di pregevolissimi stucchi e il Pollaci ne decorò le pareti nel 1796 con otto dipinti su tela.
Alzando gli occhi verso la volta ecco i tre affreschi di Saverio Marchese, che nel 1829 raffigurò Giuseppe riconosciuto dai fratelli, Il giudizio di Solomone, Ester che sviene dinnanzi ad Assuero simboli del Perdono, della Giustizia e dell'Amore. Ancora quattro affreschi adornano il coro, opera del pittore Giuseppe Scillia da Leonforte del 1853, rappresentanti L'Annunziazione, La Visitazione, La fuga in Egitto, La Presentazione di Maria nel tempio; e ancora quattro affreschi adornano le lunette della cupola, opera del pittore Vincenzo Platania Martinez del 1828 raffiguranti i simboli dei Quattro Evangelisti.
Sull'altare maggiore un dipinto ad olio raffigurante La Vergine Immacolata, del Pollaci; dello stesso artista Maria SS. del Carmelo, del 1800. Della stessa epoca sono altri dipinti posti negli altari delle navate minori: due tele della Madonna del Rosario, San Michele Arcangelo, San Francesco d'Assisi, San Carlo Borromeo, Lo Sposalizio di Santa Caterina.
Orgoglio della Chiesa Madre sono i grandi dipinti L'Addolorata, San Gaetano da Thiene e San Francesco di Paola del pittore caterinese Antonino Guastaferro, (1736-1771) che, protetto dal mecenatismo del Principe di Villarmosa, poté frequentare la prestigiosa Accademia di San Luca in Roma. Tra le statue, sono da ammirare quella raffigurante il Patriarca San Giuseppe (1793), quella lignea di San Pasquale Baylon (1811), Del cuore di Maria di Scimone (1853), quella emozionante del Crocifisso, in carta pesta del 1788 che si espone nel giorno del Venerdì Santo sul "Calvario" e altre ancora della fine del '700. A questo patrimonio di sculture e dipinti si aggiungono il pregevole stallo dei sacerdoti, il pergamo dello scultore Chiaromonte del 1858, il ricco tronetto per l'esposizione del SS.Sacramento e l'urnetta del Giovedì Santo dello stesso artista; del 1881 è la suggestiva Urna del Cristo morto eseguita da Gandolfo Siracusa.
Un posto di primo piano, merita l'antico Fonte battesimale, trasferito dalla Chiesa della Madonna delle Grazie alla quale era stato donato da Pier Andrea I Grimaldi; tale Fonte reca scolpito alla base D.P.Andrea Grimaldi Baro 1620; a destra è inciso lo stemma della Famiglia : un'aquila dalle ali spiegate che pare proteggere la fortezza dei Grimaldi, raffigurata da un cimiero, dalla piuma superba, soprastante allo scudo. Non meno importanti e preziosi sono gli arredi sacri e i ricchi paramenti in oro e argento.
La Chiesa Madre custodisce una reliquia della Madonna : uno dei suoi capelli, autenticato con decreto di S. E. Mons. Bartolotta, del 6 dicembre 1744. Questa reliquia, così si legge nel libro dell'Arciprete Federico, fu donata per devozione dal signor Pietro Ricci di Palermo il 17 agosto 1795, come da atto notarile, alla Chiesa della Madonna delle Grazie, dalla quale è stata trasferita.



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