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::Palazzo La Zisa a Palermo » Storia

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"Quantunque volte vorrai, tu vedrai il più bel possesso del più splendido tra i reami del mondo, dei mari e la montagna che li domina le cui cime sono tinte di narciso e vedrai il gran re del secolo in bel soggiorno che a lui conviene la magnificenza e la letizia. Questo è il Mosta'izz e questo palagio l'Aziz".


Palazzo La Zisa

Palazzo La Zisa

Piazza Zisa



Il castello o palazzo della Zisa fu costruito durante la dominazione dell'isola da parte dei normanni.
La costruzione fu voluta nel 1165 da Guglielmo D'Altavilla, «il più orientalizzato dei re normanni».
Nel 1166, anno della morte di Guglielmo I, la maggior parte del palazzo era stata costruita "mira celeritate, non sine magnis sumptibus" (lett. "con straordinaria velocità, non senza ingenti spese) .
L'opera venne poi portata a termine da architetti arabi sotto il regno del figlio Guglielmo II (detto "Il Buono") nel 1175 circa, subito dopo la sua maggiore età.
Durante l'epoca normanna il palazzo della Zisa venne usato come residenza reale estiva, e fu chiamata, in arabo, Al- Aziz ovvero la splendida, da cui il nome attuale.
Il palazzo sorgeva fuori le mura della città di Palermo, all'interno del parco reale normanno, il Genoardo (dall'arabo "Jannat al-ar" ovvero "giardino o paradiso della terra"), che si estendeva con splendidi padiglioni, rigogliosi giardini e bacini d'acqua da Altofonte fino alle mura del palazzo reale.
Sull'arco interno questa iscrizione araba, tradotta da Michele Amari, ne testimoniava l'originario incanto:
«QUANTUNQUE VOLTE VORRAI, TU VEDRAI IL PIÙ BEL POSSESSO DEL PIÙ SPLENDIDO TRA I REAMI DEL MONDO, DEI MARI E LA MONTAGNA CHE LI DOMINA LE CUI CIME SONO TINTE DI NARCISO E VEDRAI IL GRAN RE DEL SECOLO IN BEL SOGGIORNO CHE A LUI CONVIENE LA MAGNIFICENZA E LA LETIZIA. QUESTO È IL MOSTA'IZZ E QUESTO PALAGIO L'AZIZ».
(Mosta'Izz, cioè «bramoso di gloria» era chiamato Guglielmo II).

Nella sua lunga e fastosa esistenza il castello fu dominio di molti signori.
Rè Alfonso ne fece dono al suo precettore Antonio Beccadelli di Bologna, detto il Panormita, famoso poeta del tempo.
Alla sua morte, secondo Giov. Luca Barberi, il castello, donategli in vitalizio, sarebbe dovuto tornare al regio demanio, ma il figlio del Beccadelli (anch'egli di nome Antonio) lo vendette al viceré Ferdinando Acugna.
Appare quindi pura leggenda che il Panormita abbia ceduto, come si narra, un simile «palagio» per uno scritto di Cicerone.
Dall'Acugna pervenne alla moglie Maria D'Avila la quale lo donò poi a Giovanni del Vio (o del Rio), bellissimo segretario del marito (1511).
Osservando il palazzo si nota subito lo stile architettonico di origine araba a cui i sovrani normanni si ispiravano tantissimo. Col passare dei secoli, furono applicate alla struttura delle modifiche; nel trecento venne realizzata la merlatura abolendo l?iscrizione araba.
Successivamente esso appartenne anche alle famiglie Spadafora, Alliata, Ventimiglia e Carretto.
Fino al XVII secolo il palatium non venne sostanzialmente modificato, come ci testimonia la descrizione del 1526 fatta dal monaco bolognese Leandro Alberti, che visitò la Zisa in quell?anno. Significativi interventi di restauro si ebbero negli anni 1635-36, quando Giovanni de Sandoval acquistò la Zisa, adattandola alle nuove esigenze abitative modificando molti ambienti e le finestre sui prospetti. In occasione di questi lavori fu aggiunto un altro piano chiudendo il terrazzo e si costruì, nell'ala destra del palazzo, secondo la moda dei tempi, un grande scalone, resecando i muri portanti e distruggendo le originarie scale d'accesso. Sempre il Sandoval, fece realizzare lo stemma dei due leoni all'ingresso.

Il sontuoso ingresso a tre arcate (di cui quella centrale sostenuta da quattro colonne con capitelli) è sovrastato da una lapide:
«BIEN REYIO TIMBRE SEPREGIA
LA ZISA DE TAL ESCUDO
SI A PALERMO OFRECER PUDO
GLORIAS DE SPANA Y DE GRECIA».

Successivamente nel 1806 la Zisa passò alla famiglia dei Notabartolo, che effettuò diverse opere di consolidamento, quali il risarcimento di lesioni sui muri e l'incatenamento degli stessi per contenere le spinte delle volte. Venne trasformata la distribuzione degli ambienti mediante la costruzione di tramezzi, soppalchi, scalette interne e nel 1860 fu ricoperta la volta del secondo piano per costruire il pavimento del padiglione ricavato sulla terrazza.
Nel 1955 il palazzo fu espropriato dallo Stato, ed i lavori di restauro, iniziati immediatamente, vennero poco dopo sospesi. Dopo un quindicennio d'incuria ed abbandono nel 1971 l'ala destra, compromessa strutturalmente dai lavori del Sandoval e dagli interventi di restauro, crollò. Negli anni 80 il castello restaurato venne restituito alla pubblica fruizione.
Attualmente la Zisa ospita il Museo dell'Islam.


La Zisa
Palermo, Piazza Zisa
Tel. +39 091 6520269
Visita dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13:30 e dalle 15 alle 18.
Domenica e festivi dalle 9 alle 13.
Ingresso a pagamento (gratuito per i cittadini della Comunità Europea di età inferiore ai 18 anni e superiore ai 60 anni).




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Come ci si arriva

Descrizione del palazzo
Descrizione del palazzo
Palermo
Nelle sale del castello sono esposte manufatti islamici come le musciarabia (paraventi in legno) e degli utensili di uso comune e di arredo.
Sul...

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