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Museo Civico - Acicastello
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::Museo Civico a Aci Castello » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Museo Civico - Acicastello

Museo Civico - Acicastello




Il museo civico allestito all'interno del castello consta di tre sezioni: mineralogia, paleontologia ed archeologia. In progetto una quarta, più ambiziosa, di acquario. Il Museo Civico mette in risalto la complessità della storia dell’uomo, attraverso le sue tre sezioni: mineralogia, paleontologia ed archeologia. La sezione mineralogica valorizza ed evidenzia la situazione geologica del territorio di Aci Castello che per le sue caratteristiche è quasi un unicum nel mondo. Il tema vulcanico-geologico viene inserito in un contesto più ampio con vetrine dedicate all’Etna ed ai vulcani preetnei e con un’interessante confronto con un altro grande vulcano italiano quale il Vesuvio. Inoltre viene esposta una serie gessoso-solfifera rappresentata da gessi in vari abiti e zolfo puro od associato alla limpidezza della celestina e dell’aragonite. Completano la sezione i minerali dell’unità dell’arco Calabro-peloritano, dei Nebrodi e di altre zone siciliane. La sezione paleontologica è dedicata alla comparsa della vita sulla terra. Si espongono fossili antichi come le ammoniti che risalgono a 170 - 150 milioni di anni fa, fossili di vari siti siciliani: Scordia, Fiumefreddo, Augusta. Il tutto fa da cornice ai fossili su argilla ritrovati sulle colline di Aci Castello, Aci trezza a testimonianza che 1.300.000 anni fa il mare copriva completamente la zona. Oltre agli invertebrati vengono esposti le ossa e i denti fossili di vertebrati vissuti nel quaternario: l’ippopotamo pentlandi, il cervo elephus, l’equus hydruntinus, l’elefante nano. Non mancano i fossili di vegetali e di pesci del Messiniano risalenti a circa 8.000.000 anni fa. La sezione paleontologica si chiude con l’esposizione di calchi di crani che spiegano, specie alle scolaresche, il lento e faticoso processo di ominazione. La terza sezione, quella archeologica, esamina attraverso i manufatti e le opere la storia dell’uomo. Dal periodo Neolitico si possono seguire passo dopo passo gli strumenti usati dall’uomo: coltellini, raschiatoi di selce e di ossidiana, asce di pietra, punte di freccia ed inoltre il tipico “chopper” che serviva come arma di difesa, per raschiare la pelle degli animali, per spezzare le ossa e prelevare il midollo. Interessante è l’esempio di focolare preistorico che ha conservato i resti del pasto ed una serie di strumenti litici di selce. Una serie di microliti testimoniano il mesolitico (10.000 anni A.C.) l’età in cui l’uomo diventa seminomade e impara a mangiare molluschi. I microliti, infatti, servivano per estrarre i molluschi dalle conchiglie. Vengono, inoltre, esposte l’ossidiana, vetro vulcanico proveniente da Lipari, usato durante il Neolitico per costruire coltellini e le asce, armi per la caccia, costruite levigando pietre di basalto fino a raggiungere una forma quasi a martello, con punta arrotondata da un lato e a taglio dall’altro. Assieme al materiale litico, si possono osservare le ceramiche, che hanno segnato le tappe fondamentali dell’uomo nell'isola. Il Neolitico con la ceramica incisa ed impressa dello stile Stentinello (fine VI inizi V millennio A.C.), che prende il nome del villaggio, vicino Siracusa, in cui furono ritrovati per la prima volta i più antichi manufatti.




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